Ultimamente in molti hanno posto la stessa domanda “a cosa serve un filtro polarizzatore?” visti i loro dubbi sul corretto uso e impiego dello stesso ho pensato di scrivere un articolo di semplice comprensione utile anche a chi è alle prime armi.
Partiamo da cosa non fare con un filtro polarizzatore.
Come spesso accade si tende ad acquistare qualcosa perché ne abbiamo sentito parlare ma non ne conosciamo il vero impiego e le potenzialità finendo per usarlo in modo casuale e poco efficace. Ad esempio qualcuno l’aveva montato senza più toglierlo pensando che andasse bene in tutte le situazioni e condizioni tenendolo anche per foto notturne, quasi nessuno si era posto il dubbio sul perché ruotasse e chi se ne era accorto pensava fosse un difetto di fabbrica.
Prendiamo spunto da questo per dire che il filtro CPL non è utile in tutte le situazioni e ruota per un motivo specifico.
Quando usarlo e perché ruota
Il filtro polarizzatore è uno dei pochi filtri utile nella fotografia digitale, trova il massimo impiego nella fotografia di paesaggio ma come vedremo più avanti può essere di grande aiuto anche in altri casi.
Cosa fà il filtro il nostro filtro
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aumenta la saturazione dei colori
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elimina o comunque riduce i riflessi
In realtà le due cose sono correlate infatti l’aumento della saturazione dei colori è dovuto proprio all’eliminazione dei riflessi prodotti dalle diverse superfici quando vengono colpite da un fascio luminoso.
Nelle seguenti foto potete vedere la sostanziale differenza tra una foto con e senza filtro polarizzatore.

È evidente come i colori nella foto di destra siano più saturi ma soprattutto è altrettanto evidente la scomparsa del riflesso della luce sulle rocce e sull’erba bagnata. La post-produzione può sicuramente dare un valido aiuto nel recupero della saturazione dei colori ma non possiamo dire la stessa cosa dei dettagli, in questo caso il filtro polarizzatore ha permesso di catturare dei dettagli, soprattutto sulle rocce, che altrimenti sarebbero rimasti nascosti sotto il riflesso della luce rendendoli irrecuperabili.
Per capire come usarlo al meglio dobbiamo fare una piccola introduzione su cos’è la luce polarizzata.
In natura la luce può essere polarizzata o non esserlo e questo influisce sulla qualità finale della nostra fotografia.
Andiamo quindi a vedere quali sono questi tipi di luce come si presentano e come possiamo gestirli al meglio.
La luce solare come quella artificiale non è polarizzata ma nel momento in cui incontra un ostacolo viene riflessa, tutta o in parte. Le goccioline d’acqua presenti nell’atmosfera e la superficie degli alcuni oggetti cambiano le caratteristiche (direzione, intensità e frequenza) della luce che diviene luce polarizzata.
La polarizzazione può essere Lineare o Circolare.
Lineare quando la superfice riflettente è l’acqua, plastica, vetro o durante alcune ore del giorno quando viene deviata dall’atmosfera.
Circolare quando la superficie riflettente è metallica o comunque quando la luce viene riflessa da un materiale conduttore.
In commercio esistono due tipi di filtri polarizzatori, Lineare e Circolare cambia il loro principio di funzionamento ma entrambi se usati correttamente possono filtrare la luce polarizzata dalle varie superfici “ordinandola” e lasciando passare solo la componente desiderata.
Nel nostro caso terremo in considerazione il solo filtro polarizzatore circolare o CPL in quanto l’unico compatibile con gli attuali sistemi di messa a fuoco automatica presenti sulle macchine fotografiche digitali in commercio.
Il nostro filtro agisce quindi come una superficie metallica, riorganizza la luce inducendo una rotazione al vettore campo elettrico e magnetico permettendo il passaggio della sola componente non polarizzata presente nella luce polarizzata (riflessa dal nostro soggetto), riesce a selezionare la luce senza alterarne la cromia. Ed è qui che interviene la rotazione del filtro, saremo noi, ruotandolo manualmente a selezionare la componente che vogliamo lasciar passare. Guardando nel mirino mentre lo ruotiamo vedremo in tempo reale quanto e come interviene sulla luce e sulla saturazione dei colori.
Il filtro CPL può rivelarsi utile quando vogliamo fotografare
- un quadro o oggetti dietro una vetrina, elimina almeno in parte i riflessi prodotti dalle luci
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uno specchio d’acqua, permette di eliminare i riflessi della superficie
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i pesci nel nostro acquario
insomma in tutte quelle situazioni in cui sarebbe utile eliminare il riflesso e quindi la componente polarizzata della luce che altrimenti arriverebbe sul nostro sensore.
Il risultato non sarà sempre lo stesso, molto dipende dell’angolo che si viene a creare fra la sorgente luminosa il soggetto e la macchina fotografica, in alcuni casi il filtro risulterà totalmente inutile.
Se il polarizzatore viene utilizzato con un obiettivo il cui barilotto ruota durante la messa a fuoco, è necessario prima focheggiare e poi ruotare il filtro per controllare la polarizzazione. Il polarizzatore, contrariamente all’UV, allo skylight e ai neutral density, è l’unico filtro che richiede questo accorgimento.
Se volete potete fare un piccolo esperimento. Ponete il filtro CPL fra voi e il monitor del pc, ruotatelo, ad un certo punto della rotazione il monitor sarà completamente buio, continuando a ruotare il filtro la luminosità del monitor tornerà gradualmente come prima. In questo modo avete selezionato e schermato una parte della luce polarizzata.
In conclusione
Il filtro CPL, quindi, non è un filtro protettivo per le nostre lenti da tenere sempre montato ma va usato solo quando può essere utile a raggiungere l’effetto desiderato. Il solo modo per conoscerne il risultato è quello di provare ad usarlo nella particolare situazione, ruotando la ghiera fin quando si ottiene l’effetto voluto. Con la pratica si acquisirà l’esperienza necessaria per riconoscere ad occhio con quale superficie e in quali condizioni di luce utilizzarlo per ottenere il risultato voluto.
Esteticamente appare scuro e nel filtrare la luce ne assorbe inevitabilmente una parte, richiede un allungamento del tempo di posa come compensazione. dobbiamo quindi considerare una variazione sull’esposizione minimo di 1 stop fino a 2 quando usato al massimo della sua efficienza, inoltre se il filtro è molto economico è probabile che la sua qualità sia bassa in questo caso potrebbe introdurre delle dominanti sulle nostre foto e un’eccessiva perdita di definizione e nitidezza.
Ogni volta che avvitiamo un filtro davanti al nostro obiettivo rischiamo di introdurre una vignettatura, per ovviare a questo inconveniente, soprattutto se dobbiamo utilizzare il nostro filtro su ottiche grandangolari, sarà bene scegliere le versioni “slim” cioè dotate di una montatura metallica più sottile.