Oltre lo stretto

 

 

Viaggiare mi ha sempre affascinato è anche per questo che ho scelto il mio lavoro.

Visitare, esplorare, conoscere posti nuovi ti fa prendere coscenza delle tante verità che esistono e convivono a pochi passi da casa nostra.

Questa volta ho attraversato lo stretto di Messina, non era la prima volta ma in quest’occasione avevo con me la macchina fotografica e ho voluto documetare le fasi della traversata.

 Arrivati al porto di Villa San Giovanni, nonostante fossero già le 19.00, la banchina era una distesa infuocata e le uniche persono erano al riparo dentro la biglietteria. Dovevamo aspettare circa mezzora prima dell’imbarco ed ho approfittato per fare un giro nel porto.

 L’impressione che si ha guardandosi attorno è che tutto sia fermo da anni, le strutture la segnaletica le strade è probabile che siano le stesse da sempre. Alcuni settori sono stati messi in disuso e recintati per impedirne l’accesso ma sono lì a raccontare la loro storia.

 La stazione poco frequentata vive la sua vita lenta come i pochi treni che la raggiungono, c’è chi approfitta per una pausa pranzo una coppia attende su una panchina altri fanno viaggiare la mente con i loro smartphone e qualcuno è perso con lo sguardo nel vuoto.

 È ora di salire a bordo, salgo subito in tuga in modo da poter avere una visione sul porto sottostante ed è subito chiara la frenesia del momento dell’imbarco. Le macchine scorrono veloci gli ultimi ritardatari a piedi si affrettano a raggiungere l’imbarco.
A sinistra intanto un altro traghetto ha mollato e sta lasciando le ostruzioni sono le otto di sera e il sole sceso dietro la Sicilia ci regala un tramonto spettacolare.

 Tocca a noi, i mezzi e i passeggieri sono imbarcati. Molliamo gli ormeggi, mi sposto di sotto voglio vedere come i passeggeri vivono la traversata.

 Appena entrato i colori del tramonto lasciano subito il posto ai colori spenti della nave illuminata solo da luci al neon l’ambiente non è molto accogliente, i sedili di plastica rigida sembrano ancora più freddi in contrasto con il caldo esterno, i passeggieri sono isolati nei loro pensieri, non perdono tempo ad interagire con glia altri forse consapevoli della breve durata della traversata. Passeggiano, guardano la tv nella sala interna o si perdono fissando il paesaggio circostante.

Ci siamo, siamo arrivati, scendiamo dalla nave e il viaggio continua.

                                                                                                                                        Totonelli Ivano